Sono sottile sbarazzandomi
dell’ingombro.
Cuscini d’erba
scherzo insolito
alla mia guancia nel sonno.
Sei comparsa al portone
In un vestito rosso
Per dirmi che sei fuoco
Che consuma e riaccende.*
Ebbi la bocca
soffocata di brina senz’altro
unguento che la sabbia
fatta a granelli
dal rammaricarsi del tuo sognare.
Era di lunedì,
Per stringerci le mani
E parlare felici
Non si trovò rifugio
Che in un giardino triste
Della città convulsa.*
Alla lunga le mie dita
scavano la terra
del tuo risveglio. Sulla
pelle come d’osso
resta il segno della tua guancia.
M. C. T.
* G. Ungaretti, 12 settembre 1966, in Dialogo.
Immagine Judith II, Gustav Klimt.