Spaziosa tu sei, e strazio




affetta dalla luce
s'era lacerata con un morso,
l'anima: non togliermi
dalla carne, muta
come giudizio.

lasciami invece
all'odore del ventre,
il suo, concava eco
a conclave di umori.

Spaziosa era la stanza del Vello:

allo strazio ti lascio:
so cucire carni, con l'ago.


M. C. T.


ph. Medea, Pasolini.