Chiedo alle mani di fare silenzio // sto osservando il palpito / robusto che trascende le tue vene. / Se non fosse per il tuo occhio / respirerei per il secolo d'aperto. (M.C.T.)
Coltre d'acqua candida
A scroscio inseguendo
saliva d'acqua
candida
succo inoltrato
per carpire
segreto.
Se ho voglia, è soltanto
Di terra e di pietre.
Il mio pranzo è sempre aria,
Roccia, carbone, ferro.*
Tra le pieghe
del foglio
smarrito sta
il tuo sonno
sotto la coltre
delle ore. Attendo
masticando ebano
per digerire
inchiostro.
Girate, mie fami. Brucate
Il prato dei suoni.
Succhiate il gaio veleno
Delle campanule.*
Sulla palude
incredula
calca la mano
l'osso della
mia lingua.
Man-sarda di
pietra. E coltivo
l'eco come
fossero gigli.
M. C. T.
* A. Rimbaud, Fame, in Una stagione in Inferno.
Immagine Labbra, Federica Lampis